Nell’articolo precedente abbiamo visto come alcuni disturbi dell’apparato gastroenterico siano stati oggetto di studi scientifici. In particolare, e questo rispecchia pienamente anche la nostra quotidianitá clinica, l’osteopata si confronta spesso con disturbi del transito intestinale (costipazione, diarrea e reflusso) e le tanto frequenti coliche infantili. L’osteopatia puó essere una valida terapia nelle gestione di disordine di origine funzionale e di supporto in casi di patologie piú complesse o negli esiti post-chirurgici, affiancando cosí il trattamento medico.
Nei bambini, in particolare nei primi mesi di vita, la motilitá intestinale è ancora da considerarsi prematura. Esistono riflessi neurologici (neonatali) che stimolano la funzione gastroenterica che sono associati alla suzione ed alla deglutizione. Di fatto spesso i bambini si scaricano dopo o durante ogni poppata. C’è un altro meccanismo fondamentale, quello pressorio intraddominale che aiuta il transito intestinale, che ovviamente è dipendente dal meccanismo di respirazione stesso. Anche la respirazione è molto differente da quella degli adulti, in quanto le pressioni tra addome e torace non sono “equilibrate”, proprio perché quest’ultimo non è ancora strutturato. Il torace e le meccaniche respiratorie subiranno importanti modifiche nel primo anno di vita, sostanzialmente fino a quando il bambino non avrá raggiunto una postura eretta. I muscoli e le cartilagini della cassa toracica non sono ancora sviluppati alla nascita in maniera da permettere una vera e propria resistenza alle forze generate dalla respirazione. Questo influisce anche sulla digestione. Basti pensare che il muscolo primario della respirazione è il diaframma e che in prossimitá di questo importantissimo muscolo passano appunto i principali organi responsabili per la digestione, come lo stomaco ed il colon. Cosa significa tutto questo? Nei bambini affetti da disturbi digestivi, spesso si potrá notare che l’osteopata dedicherá molta attenzione proprio alla qualitá del respiro del bambino ed alla valutazione delle sue componenti anatomiche, in particolare ai muscoli responsabili per la respirazione (diaframma e muscoli della cervicale) ed alle strutture articolari della cassa toracica. Queste possono essere alterate ad esempio da parti vaginali molto impegnativi, prolungati, traumatici o indotti. Cosí come un parto cesareo puó alterare le meccaniche respiratorie proprio per una mancanza di compressione e aperture del distretto toracico che ovviamente vengono a mancare. Valutare e trattare il sistema respiratorio in relazione a disturbi gastroenterici è particolarmente indicato nei casi di costipazione e coliche infantili o reflusso gastro-esofageo.
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Per quest’ultimo va sottolineata la prossimitá del tubo digerente (esofago e stomaco) proprio con il torace. Vale sempre la pena considerare nei casi di reflusso anche le meccaniche della deglutizione che coinvolgono non solo muscoli della respirazione ma anche muscoli del collo molto vicini al tubo digerente. Pertanto, posture anomale della cervicale (ad esempio bambini che non girano la testa da una parta), deformitá della testa (plagiocefalie) o il torcicollo possono andare ad influenzare le meccaniche della deglutizione e quindi anche dello spazio esofageo.
Il transito intestinale non dipende ovviamente solo dal meccanismo respiratorio. Questo è solo un aspetto, appunto meccanico. La vera forza motrice del sistema digestivo é il sistema neurologico, neuro-vegetativo e quindi involontario. Storicamente, sia osteopati sia chiropratici, hanno sempre cercato di influenzare il sistema neuro-vegetativo, o quantomeno hanno sempre cercato di stimolare manualmente le regioni dove il sistema è piú accessibile, ovvero la colonna vertebrale e le articolazioni costo-vertebrali. Le zone piú importanti da considerare quando affrontiamo pazienti gastroenterologici saranno le parti alte cervicali, le basse dorsali e quelle sacrali perché hanno una diretta connessione con il sistema digestivo. In particolare, l’osteopata valuterá la mobilitá di queste regioni muscoloscheletriche al fine di garantire un buon funzionamento ed eliminare possibili interferenze meccaniche che possano a loro volta alterare la “comunicazione” vertebrale tra sistema neurologico e gastroenterico. Certo, difficile pensare che un neonato possa avere problemi di “schiena”, ma possono avere delle alterazioni posturali derivanti dal posizionamento fetale, dal parto stesso o dai posizionamenti in culla. Ricordiamo che nei nostri tempi moderni i bambini passano molto tempo, forse troppo, in posizione supina. E questo influisce molto anche sulla digestione!
Il trattamento dell’addome, che viene praticato quasi naturalmente in molte popolazioni e nella maggior viene addirittura praticato dai genitori stessi, è molto importante.
La manipolazione viscerale, parte integrante della pratica osteopatica lavora su diversi organi e soprattutto sulle loro interconnessioni. Ma con quale obbiettivo? E perché il massaggio neonatale fa bene (alla mamma e al bambino)? Probabilmente perché l’effetto principale è quello di vascolarizzare e drenare i tessuti viscerali. Questo a sua volta migliorerá la mobilitá degli organi digestivi, aiuterá il transito intestinale ed infine, cosa forse piú importante, promuoverá il contatto con il bambino, che probabilmente è l’aspetto piú curativo in assoluto, sia da un punto di vista osteopatico, sia per la relazione tra mamma e bambino.
Cristian Ciranna-Raab